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"Wa!": un grido di armonia e pace.

Immagine del redattore: Alberto GambettaAlberto Gambetta

Alla fine della cerimonia del saluto, nei Dojo Shinsen, siamo soliti gridare la parola "WA". Il suono che riempie il dojo ricorda un urlo di battaglia. Tuttavia, "WA" non è solo un suono: è una parola giapponese che, come molte parole della lingua giapponese, porta con sé un significato profondo.


In giapponese, il termine "WA" (和) ha diversi significati a seconda del contesto, ma il più comune è "armonia" o "pace". Questo concetto è profondamente radicato nella cultura giapponese e rappresenta l'importanza dell'equilibrio, della coesione e della cooperazione all'interno della società.


Il concetto di "Wa" (和) è uno dei pilastri della cultura giapponese e affonda le sue radici nell'antichità. Non si riferisce solo a un'idea di armonia superficiale, ma a un principio più profondo di coesione sociale e cooperazione.


Nei tempi antichi, il termine "Wa" era utilizzato dai cinesi per riferirsi al Giappone e al suo popolo. Tuttavia, i giapponesi hanno fatto proprio questo termine, trasformandolo in un simbolo del loro modo di vivere. Oggi, il carattere 和 rappresenta un ideale di armonia che si riflette tanto nelle relazioni interpersonali quanto nel rapporto con l'ambiente.


La società giapponese valorizza profondamente l'armonia nelle relazioni sociali. Evitare i conflitti, cercare il consenso e mantenere un approccio collaborativo sono tutte espressioni di "Wa". Un esempio è il "nemawashi", un processo di consultazione informale per ottenere consenso prima di prendere decisioni, con l'obiettivo di preservare l'armonia all'interno del gruppo.


L'armonia è un elemento centrale nelle arti giapponesi come la cerimonia del tè (茶道, sadō), l'ikebana (生け花, arte della disposizione dei fiori) e la calligrafia (書道, shodō). Queste discipline esprimono un equilibrio tra elementi naturali e l'interazione rispettosa tra l'essere umano e il mondo circostante. In queste pratiche, il "Wa" non è solo estetico, ma spirituale.


Anche nella società contemporanea, il "Wa" gioca un ruolo importante, soprattutto nel contesto lavorativo. Le relazioni tra colleghi e superiori spesso si basano sul mantenimento dell'armonia, evitando conflitti diretti o comportamenti eccessivamente competitivi.


Spiritualità e "Wa": Nel Shintoismo e nel Buddhismo Zen, il "Wa" è centrale. Il pensiero shintoista enfatizza l'armonia con la natura e con gli spiriti (kami), mentre il Buddismo Zen cerca l'equilibrio interiore attraverso la meditazione e la consapevolezza.


Quindi, "Wa" incarna l'essenza dell'armonia, dell'equilibrio e della pace: principi fondamentali nella cultura giapponese, e nelle arti marziali. Rappresenta l'equilibrio tra mente, corpo e spirito, e sottolinea l'importanza della cooperazione e del rispetto reciproco sia dentro che fuori dal dojo.


Ecco perché il nostro "Wa" non è tanto un "grido di battaglia", non è un'espressione di aggressività, ma piuttosto un grido di pace e armonia. È una condizione mentale e spirituale che comincia nel dojo e si estende al di fuori di esso, permeando ogni aspetto della vita.


Quando un allievo, dopo il saluto, grida "Wa", sta invocando armonia e pace interiore. Questo grido, pronunciato all'inizio della lezione, incoraggia a vivere la pratica in armonia con sé stesso e i compagni, con equilibrio e consapevolezza, e promuove una mente calma e un corpo concentrato. Quando viene pronunciato alla fine della lezione, invece, "Wa" rappresenta l'impegno che l'allievo si assume di portare con sé l'armonia sperimentata nel dojo, applicandola nelle sfide e nelle interazioni della vita quotidiana.


Il "Wa" che risuona nel dojo, perciò, non è tanto un urlo di sfida, quanto un potente richiamo a vivere in equilibrio, pace e armonia, sia nella pratica marziale che nella relazione con sé stessi e con glia altri.

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